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IL LIBRO

Grammatica del nuovo mondo

Le 50 parole chiave della rivoluzione universale del covid che ha cambiato il significato della nostra vita e del nostro lavoro. Perché il coronavirus non è stata solo una tragica emergenza sanitaria, ma anche un cambiamento di direzione. Premessa del filosofo Salvatore Veca, postfazione dello psicanalista Luigi Ballerini.

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Filippo Poletti

ESPERTO DI COMUNICAZIONE

Giornalista, saggista e scrittore, è tra gli influencer più seguiti su LinkedIn.

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7 Dicembre 2021

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La grammatica del nuovo mondo nel libro di Filippo Poletti

Radicale come la prima, la seconda, la terza e la quarta rivoluzione industriale. È la rivoluzione universale del covid, quella che ha cambiato per sempre la nostra vita. Non solo, dunque, una tragica emergenza sanitaria con più di 133 mila morti e oltre 5 milioni di casi confermati in Italia tra il 2020 e il 2021, ma anche un cambiamento epocale. È la lettura proposta dal giornalista e top voice di LinkedIn Italia Filippo Poletti nel libro “Grammatica del nuovo mondoattraverso la presentazione di 50 parole chiave a partire da 50 racconti di cronaca: edito da Lupetti, il libro ordina i vocaboli alfabeticamente presentandone l’etimologia, andando dalla A di Aurora alla G di “grazie”, dalla I di “italiani” alla S di “smart working”, fino alla U di “umanità”.

GLI AGGETTIVI DELLA GRAMMATICA DEL NUOVO MONDO

Tra le parole del nuovo mondo ci sono aggettivi che hanno invertito la loro valenza (come positivo, diventato un termine negativo) ed espressioni che hanno assunto nuovi valori (come RT, il retweet del social media Twitter utilizzato oggi per indicare il tasso di contagio, o “mani pulite”, espressione legata nell’immaginario collettivo all’inchiesta giudiziaria di cui sta per ricorrere il trentennale e dal 2020 raccomandata da tutte le autorità come norma igienico-sanitaria).

I SOSTANTIVI COMUNI DELLA GRAMMATICA DEL NUOVO MONDO

Nel dizionario di Poletti figurano lemmi diventati di uso comune come mascherina, smart working, infodemia o memorabilia dal nome dell’iniziativa pavese di raccolta di ricordi tra gli anziani promossa dallo Spazio Geco a partire dal 2020. Tra i termini c’è anche “paziente”, legato nella memoria degli italiani al caso di Codogno di Mattia Maestri: la sua vicenda, raccontata dai media nella notte tra il 20 e il 21 febbraio 2020, «è un invito a riflettere – scrive Poletti – come di fronte al male tutte le persone hanno la stessa dignità e devono essere curate nel miglior modo perché, come dimostra la storia a lieto fine di Mattia, per tutti ci può essere un futuro luminoso».

I NOMI PROPRI DELLA GRAMMATICA DEL NUOVO MONDO

Nella grammatica pandemica, introdotta dalla premessa del filosofo Salvatore Veca e completata dalla postfazione dello psicanalista Luigi Ballerini, trovano spazio nomi propri di persona che hanno contribuito a scrivere le pagine del nuovo mondo: è il caso della piccola Aurora Maria Perottino, nata a Moncenisio in Piemonte nelle settimane seguite allo scoppio del coronavirus, dopo anni che il secondo Comune più piccolo d’Italia non vedeva più una culla riempirsi. È il caso, a proposito di persone, del capitano campano della Diamond Princess, Gennaro Arma, ultimo a scendere dalla nave posta in isolamento dal 5 al 27 febbraio 2020 nel porto di Yokohama in Giappone. Oppure, ancora, dell’infermiera di Cremona Elena Pagliarini, addormentatesi sul tavolo di lavoro e immortalata in rete, della ricercatrice dello Spallanzani di Roma Francesca Colavita, a cui si deve l’individuazione della sequenza del nuovo coronavirus, dei nonni emiliani Alma Clara Corsini e Alberto Bellucci, ribattezzati da Poletti “nonni Speranza” dopo aver sconfitto la malattia respiratoria all’età di 95 e 100 anni. Ed è il caso – prosegue Poletti nel racconto persona-centrico – del presidente dell’Inter Steven Zhang, autore dell’invettiva “pagliacci” indirizzata al presidente della Lega dei professionisti della Serie A Paolo Dal Pino in vista del match Juve-Inter all’inizio della pandemia, e dell’imprenditore veronese Gian Luca Rana con il super stipendio elargito a Natale ai dipendenti.

I PRIMI 100 GIORNI GIORNI DEL NUOVO MONDO

A completare il libro, accanto alla sitografia, alla socialgrafia e all’appgrafia, c’è l’ecatòmeron ossia la cronaca dei primi 100 giorni del contagio: «L’arrivo del coronavirus in Italia – puntualizza Poletti – deve essere datato al 30 gennaio 2020, quando furono scoperti i primi due casi positivi al nuovo coronavirus: si trattò di due turisti di nazionalità cinese, originari della provincia di Wuhan, ricoverati all’istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani». Un arrivo avvenuto, dunque, un mese prima della scoperta del focolaio di Codogno e della morte delle prime due vittime per coronavirus, rispettivamente Adriano Trevisan di Vo’ nel Padovano e Giovanna Carminati di Casalpusterlengo nel Lodigiano.

LA PREMESSA DEL FILOSOFO SALVATORE VECA

Come si legge nella premessa-testamento scritta da Veca, scomparso il 7 ottobre 2021, la “Grammatica del nuovo mondo” può insegnarci tanto: «Le pagine del libro di Poletti sono affascinanti. Noi non siamo i signori dell’universo. Noi siamo nello stato contingente dell’essere “creature”, nel senso che il mondo non è in alcun caso nostro. Il nostro slogan “una sola umanità, un solo pianeta” va integrato con la glossa che ci ricorda che, come viventi, noi non siamo “soli”. Questa glossa elide la pretesa illusoria dell’eccezionalità antropocentrica». È la lezione della pandemia: come siamo parte della natura e della cultura, così apparteniamo alla comunità vivente. Nel nuovo mondo, infatti, c’è spazio solo per la prospettiva dell’ecologia radicale e della giustizia sociale. Per voltare pagina e guardare al 2022 con fiducia è necessario recuperare il senso delle parole: è quello che propone la “Grammatica del nuovo mondo”, invitando così a vincere la paura e a guardare al futuro con occhi nuovi.

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Lavoro

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2 Dicembre 2021

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La grammatica del nuovo mondo è nata con Aurora da Moncenisio

Cosa resterà della pandemia oltre al dolore per i 400 mila malati e gli oltre 11 mila morti del Piemonte, chiede il giornalista e top voice di LinkedIn Italia Filippo Poletti, di casa a Bardonecchia, nel libro “Grammatica del nuovo mondo”? Le storie di rinascita: la prima, la più bella, è quella di Aurora Maria Perottino, nata a Moncenisio nelle settimane seguite allo scoppio del coronavirus. Dopo anni in cui il Comune più piccolo del Piemonte non vedeva una culla riempirsi, mamma Jonida partorì la bimba. Il paese fece festa, vedendo la luce risplendere nel tunnel della pandemia.

È la lettura fatta da Poletti nel volume edito da Lupetti: scritto tra Bardonecchia e Milano, il libro racconta 50 parole dell’universo inaugurato dalla pandemia, ordinate alfabeticamente. Si va dalla A di Aurora alla G di “grazie”, dlla I di “italiani” alla S di “silenzio”, alla U di “umanità”.

LA RIVOLUZIONE UNIVERSALE DELLA GRAMMATICA DEL NUOVO MONDO

Il coronavirus – questa è la tesi di Poletti, giornalista professionista con oltre 20 anni di esperienza, uno dei 15 top voice ufficiali di LinkedIn in Italia – è stata una rivoluzione universale che ha cambiato per sempre la nostra esistenza. Oltre a essere stata una tragica emergenza sanitaria, la pandemia rappresenta un cambiamento radicale, potente quanto quello innescato dalla prima, dalla seconda, dalla terza e dalla quarta rivoluzione industriale.

LA GRAMMATICA DEL NUOVO MONDO E’ NATA CON AURORA DA MONCENISIO

In questo cambiamento occorre imparare a riconoscere le luci: «Accanto ai morti registrati quotidianamente, all’inizio della pandemia ci fu un “la” di gioia – scrive Poletti –. Arrivò da Moncenisio, 1.452 metri sul livello del mare. Quando ancora il sole non si era alzato dal letto e le strade erano imbiancate dall’inverno, il 24 marzo 2020 nacque Aurora Maria Perottino. Mamma Jonida e papà Enrico erano al settimo cielo. Al loro fianco c’era la felicità del Comune più piccolo del Piemonte: fino al 23 marzo, infatti, Moncenisio contava 39 abitanti, con Aurora festeggiò i 40».

LA RISCOPERTA DELLA FEDE NELLA GRAMMATICA DEL NUOVO MONDO

Nella rassegna della pandemia c’è anche la fede: quando il coronavirus impose la chiusura dei luoghi di culto, l’amministratore apostolico della diocesi di Susa, l’arcivescovo Cesare Nosiglia, dette vita all’iniziativa di recitare il rosario in diretta su YouTube. «Fu la riscoperta, anche per la religione, dell’innovazione tecnologica – spiega Poletti –. Nel capoluogo piemontese in occasione della venerazione straordinaria della Sindone, l’11 aprile 2020, giorno di Sabato Santo, il grande telo fu contemplato sui social media oltre che in televisione: l’anniversario del rogo, in cui nel 1997 il lenzuolo sacro si salvò miracolosamente, non poteva non essere celebrato, perché da quasi mezzo millennio la Sindone è invocata contro le malattie contagiose».

L’ARCANGELO MICHELE NELLA GRAMMATICA DEL NUOVO MONDO

Tra gli esempi di fede la “Grammatica del nuovo mondo” ricorda la devozione per l’arcangelo Michele, protettore della Polizia di Stato, al quale è dedicata la Sacra, edificata nel Medioevo all’inizio della Valsusa: fu la stessa Polizia, il 23 marzo 2020 su Facebook, ad «affidare l’Italia al suo patrono che nel 590, si racconta, fermò l’epidemia di peste a Roma. Possa la sua protezione guidarci con forza per la sicurezza e la salute di ogni cittadino».

LE PAROLE PER VINCERE LA PAURA E APRIRSI AL FUTURO

«La piccola Aurora e la fede ritrovata – tira le somme Poletti – sono luci del nuovo mondo». Come si legge nella premessa-testamento scritta da Veca, scomparso il 7 ottobre 2021, la “Grammatica del nuovo mondo” può insegnarci tanto: «Le pagine del libro di Poletti sono affascinanti. Noi non siamo i signori dell’universo. Noi siamo nello stato contingente dell’essere “creature”, nel senso che il mondo non è in alcun caso nostro. Il nostro slogan “una sola umanità, un solo pianeta” va integrato con la glossa che ci ricorda che, come viventi, noi non siamo “soli”. Questa glossa elide la pretesa illusoria dell’eccezionalità antropocentrica». È la lezione della pandemia: come siamo parte della natura e della cultura, così apparteniamo alla comunità vivente. Nel nuovo mondo, infatti, c’è spazio solo per la prospettiva dell’ecologia radicale e della giustizia sociale. Per voltare pagina e guardare al 2022 con fiducia è necessario recuperare il senso delle parole: è quello che propone la “Grammatica del nuovo mondo”, invitando così a vincere la paura e a guardare al futuro con occhi nuovi.

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Lavoro

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25 Novembre 2021

Sito ufficiale

Luci oltre il tunnel della pandemia: Torino faro d’Italia

L’ospedale covid dei record, l’impegno per modernizzare l’aria che si respira nei luoghi di cura, l’imprenditorialità benefit ispirata all’economia circolare, la bellezzaterapia, la fede ritrovata e la storia commovente di Aurora da Moncenisio. A quasi due anni dalla prima pandemia e nel pieno della quarta ondata, l’esempio di Torino è un faro per il nostro Paese. A raccontarlo sono le storie di vita e lavoro presentate dall’influencer di LinkedIn Filippo Poletti nel libro “Grammatica del nuovo mondo: scritto tra Bardonecchia e Milano ed edito da Lupetti, il libro illustra 50 parole dell’universo inaugurato dalla pandemia, ordinate alfabeticamente con relativa etimologia. Si va dalla A di Aurora alla G di “grazie”, dalla I di “italiani” alla S di “smart working”, alla U di “umanità”. Dibattito pubblico a Bardonecchia giovedì 30 dicembre alle ore 17:30 presso il Palazzo delle Feste del Comune con prenotazione obbligatoria.

LA STORIA DELLA PANDEMIA NELLA GRAMMATICA DEL NUOVO MONDO

Il coronavirus – questa è la tesi di Poletti, giornalista professionista con oltre 20 anni di esperienza, uno dei 15 top voice ufficiali di LinkedIn in Italia, di casa a Bardonecchia – è stata una rivoluzione universale che ha cambiato per sempre la nostra esistenza e il nostro approccio alla professione. Oltre a essere stata una tragica emergenza sanitaria con più di 133 mila morti e oltre 5 milioni di casi confermati in Italia tra il 2020 e il 2021, la pandemia rappresenta un cambiamento radicale, potente quanto quello innescato dalla prima, dalla seconda, dalla terza e dalla quarta rivoluzione industriale.

LUCI OLTRE IL TUNNEL: TORINO FARO D’ITALIA

Tra le luci del coronavirus ci sono i frutti dell’operosità piemontese: vale per l’ospedale covid da campo alle OGR, costruito in tempi record nell’area delle ex Officine Grandi Riparazioni di Torino. Vale per l’opera di ammodernamento dei sistemi di termoventilazione e condizionamento di tante strutture ospedaliere italiane, portata avanti da Asia Progetti di Roletto, fondata dall’ingegnere Stefano Fucci. Oppure, parlando di imprese benefit, vale per il lancio di Vortex, startup che promuove l’innovazione sociale: «Con gli scarti delle mele di varietà antiche coltivate a Barge, in provincia di Cuneo – racconta a Poletti nel libro l’economista Marco Piccolo Reynaldi, ceo di Dottoressa Reynaldi di Pianezza e delegato per la responsabilità sociale d’impresa di Confindustria Piemonte –, realizziamo in collaborazione con Magna Rosa la linea cosmetica ANT Care secondo i principi dell’economia circolare: produciamo prodotti valorizzando lo scarto agroalimentare e, per quanto riguarda lo stoccaggio e la preparazione dei cofanetti per l’e-commerce, ci appoggiamo a una cooperativa sociale. Ci prendiamo, inoltre, cura del territorio, occupandoci della gestione boschiva».

LUCI OLTRE IL TUNNEL: LA BELLEZZATERAPIA E IL TRICOLORE

Accanto alle storie di lavoro Poletti fa riemergere dal buio della pandemia le iniziative ispirate alla “bellezzaterapia”, promosse dal museo nazionale del cinema con la rassegna “CinemAmbiente a casa tua” e dal museo Lavazza di Torino con l’apertura virtuale in concomitanza della campagna #iorestoacasa. Entrambi gli eventi hanno unito gli italiani così come è accaduto per l’idea di esporre il tricolore nella giornata dell’Unità nazionale lanciata da Torino. «La storia riannodò i fili – ricorda Poletti –. Era 17 marzo 1861, quando nel capoluogo piemontese Vittorio Emanuele II assunse il titolo di re d’Italia». Tanti anni dopo, in piena pandemia, dai balconi e dalle finestre le bandiere con tre colori a Torino, sul castello di Moncalieri, a Pinerolo, Collegno e nel resto del Paese.

LA RISCOPERTA DELLA FEDE AI TEMPI DELLA PANDEMIA

Nel dizionario della pandemia c’è la luce della fede: quando il coronavirus impose la chiusura dei luoghi di culto, l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia dette vita all’iniziativa di recitare il rosario in diretta su YouTube. «Fu la riscoperta, anche per la religione, dell’innovazione tecnologica – spiega Poletti –. Sempre nel capoluogo piemontese in occasione della venerazione straordinaria della Sindone, l’11 aprile 2020, giorno di Sabato Santo, il grande telo fu contemplato sui social media oltre che in televisione: l’anniversario del rogo, in cui nel 1997 il lenzuolo sacro si salvò miracolosamente, non poteva non essere celebrato, perché da quasi mezzo millennio la Sindone è invocata contro le malattie contagiose».

Tra gli esempi di fede la “Grammatica del nuovo mondo” ricorda la devozione per l’arcangelo Michele, protettore della Polizia di Stato, al quale è dedicata la Sacra, edificata nel Medioevo all’inizio della Valsusa: fu la stessa Polizia, il 23 marzo 2020 su Facebook, ad «affidare l’Italia al suo patrono che nel 590, si racconta, fermò l’epidemia di peste a Roma. Possa la sua protezione guidarci con forza per la sicurezza e la salute di ogni cittadino».

LA STORIA DI AURORA MARIA PEROTTINO DA MONCENISIO

Cos’altro resterà della pandemia oltre al dolore straziante per i morti e i malati? Tra le tante storie la più bella, secondo Poletti, è quella di Aurora Maria Perottino, nata a Moncenisio nelle settimane seguite allo scoppio del coronavirus. Dopo anni in cui il secondo Comune più piccolo d’Italia (nonché più piccolo del Piemonte) non vedeva una culla riempirsi, mamma Jonida partorì la bimba. Il paese fece festa e vide la luce risplendere nel tunnel. Non è un caso che proprio questa storia, connotata dalla A di Aurora, apra la “Grammatica del nuovo mondo”.

LA LEZIONE DELLA PANDEMIA: NON SIAMO SOLI

«La piccola Aurora, l’ospedale alle OGR, gli esempi di operosità, la “bellezzaterapia” e la fede ritrovata – tira le somme Poletti – sono luci torinesi del nuovo mondo per l’Italia». Come si legge nella premessa-testamento, scritta dal filosofo Salvatore Veca venuto a mancare il 7 ottobre 2021, la “Grammatica del nuovo mondo” può insegnarci tanto: «Non siamo i signori dell’universo. Il nostro slogan “una sola umanità, un solo pianeta” va integrato con la glossa che ci ricorda che, come viventi, noi non siamo “soli”». È la lezione della pandemia: come siamo parte della natura e della cultura, così apparteniamo alla comunità vivente. Nel nuovo mondo, infatti, c’è spazio solo per la prospettiva dell’ecologia radicale e della giustizia sociale. Quella prospettiva che, con chiarezza, emerge dai racconti torinesi, fari per guardare all’oggi e al domani con occhi nuovi.

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Comunicazione interna

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Comunicazione

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10 Maggio 2020

Filippo Poletti: Tempo di IoP: Intranet of People
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Tempo di IoP, tempo di intranet of people

Per ripartire ai tempi del coronavirus occorre mettere al centro le persone attraverso la comunicazione interna aziendale. È “tempo di IoP”, di comunicazione che parli alle persone e delle persone. È questa la chiave di lettura proposta nel libro Tempo di Iop: Intranet of people: scritto dal giornalista professionista e comunicatore Filippo Poletti, ex consigliere […]

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Team building

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5 Maggio 2020

Comunicazione interna rassegnalavoro
Comunicazione interna rassegnalavoro

Corona, comunicazione contro la paura

Da venerdì 21 febbraio, data della notizia del primo paziente di coronavirus ricoverato all’ospedale di Codogno nel Lodigiano, c’è ancora più bisogno di comunicazione all’interno delle nostre aziende e delle nostre istituzioni. La nostra vita lavorativa è cambiata. Pensiamo alle raccomandazioni circa la prevenzione del Covid-19, presentate il 5 marzo dal professor Silvio Brusaferro alla […]

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Team building

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7 Aprile 2020

empatia
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365 giorni, più empatia più business

Chi si occupa di comunicazione esterna sa bene che mettere al centro le persone è una leva vincente. Un esempio è quello della campagna pubblicitaria promossa da Tim, che ha visto il coinvolgimento, in qualità di testimonial, di Francesco Musumeci, direttore del dipartimento cardiovascolare dell’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma. VINCE CHI METTE AL […]

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Dicono di Tempo di IoP

Disponibile come ebook su Amazon e nelle librerie, Tempo di IoP raccoglie in 300 pagine spunti e idee su come fare comunicazione interna aziendale. Alla fine di ogni capitolo c’è un'intervista a un manager o a un docente. Ecco qualche feedback.

Marcello Migliore

Internal communication

Tempo di IoP di Filippo Poletti è un libro illuminante che spiega come la comunicazione interna sia un importante fattore strategico da sviluppare nelle aziende per farle ripartire al meglio. Ringrazio Filippo e tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo libro: siete di grande ispirazione per il mio lavoro.

Enrico Sbandi

Consulente di comunicazione

Tempo di IoP è il nuovo libro di Filippo Poletti: sta per "intranet of people". E che, oltre che delle "persone", suona molto bene pure come "intranet del Paese", per un'Italia che ha bisogno di un Sud e di un Nord sempre più uniti e sinergici fra loro. Ne scrivo sul Corriere del Mezzogiorno.

Valentina Uboldi

Head internal communications Eni

Bravo Filippo Poletti, un ottimo libro che tutti coloro che lavorano nel nostro mondo dovrebbero leggere! Grazie per avermi dato l’opportunità di raccontare nel tuo libro la mia idea di comunicazione interna e come la porto avanti in Eni. Dobbiamo essere professionisti credibili e autorevoli: dobbiamo essere degli strategist, parte del processo decisionale aziendale.

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